sabato 16 luglio 2016

Un po' di leggerezza e di stupidità


"Le ragazze di una volta sapevano cucinare come la madre, ora sanno bere come il padre"
(lddio, Twitter)

La meraviglia è aver preso da entrambi. 

Oggi, una bella giornata. La semplicità della serenità. 


Mi sono ripromessa di pubblicare due ricette. Domani. 
Adesso lavo i piatti. 

(In sottofondo: Franco Battiato - L'animale)

martedì 21 giugno 2016

"Il solo modo per imparare a cucinare è cucinare"
[Cit. qualcuno]


Entro nel supermercato con in testa una sola parola: Quinoa. Tra le corsie cercavo di capire il perché: l'ho mangiata in qualche posto in qualche tempo? E' stato motivo di scambio di ricette tra casalinghe? Qual è stato lo stimolo? Va beh. L'ho comprata. 
Oggi, dopo settimane me ne ricordo. Ma mi ricordo anche che non so assolutamente nulla su quella che pensavo fosse un cereale (eh si, non lo è). Grazie ai vari greenme, naturayeah e saluteok, scopro che (sommando le fonti): sono i semi di un pianta erbacea lontana parente degli spinaci; fa superbenissimo; una fonte di nuova vita; vivrò per sempre. Ok, ci provo. 
Spero di averla cotta correttamente per un insalata. 
Vado a sgranarla. Assaggio. Buona. Mi piace (mi fa solo un po' strano l'aspetto).
Ma non era questa la ricetta per cui scrivo, erano altre le intenzioni e poi questa non è finita. 

Ma a ben pensarci sono 2 ricette nate prima di tutto da una parola nella testa. 
Quest'altra era french toast (no, nulla a che fare con gli europei. Sono già passati mesi. Sono io lenta a scrivere). Ma poi ha preso un'altra direzione. 
Come sempre, alla fine.

Abbandonati i super poteri della quinoa, vi racconto di questo Toast

Era la classica domenica sera in modalità DivanoOn in cui ti sei già giocato la carta della pizza a domicilio il venerdì sera, hai voglia di qualcosa ma con in testa la parola del momento che ti distrae. O ti stimola. Nasce dall'idea del french toast ma non lo è: è salato, non è fritto.

E non mi si venga a dire che faccio solo ricette lunghe. 
Questa volta ci è voluto più tempo a scrivere. 

A proposito, è tardi. Mannaggia quanto mi piacciono le chiacchiere!


Le zucchine sono solo una comparsa. 
Me ne sono poi dimenticata. 

E' un toast con chiari riferimenti al french tost fusion mozzarella in carrozza. Due fette di pan carrè, mozzarella e prosciutto, panatura e in forno. 

Una volta farcito il toast ho chiuso bene le estremità e lo ho passato prima nell'uovo e poi nella panatura (pane, formaggio e prezzemolo). 
Ho messo a cuocere in forno a 180 gradi per 10 minuti circa. 




(In sottofondo: The Doors - American Nights. In Concert)


venerdì 29 aprile 2016


Non c’è posto al mondo che io ami più della mia cucina. Non importa dove si trova, com’è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene. Se possibile le preferisco funzionali e vissute. Magari con tanti strofinacci asciutti e puliti e le piastrelle bianche che scintillano.Un luogo che condivido volentieri con gli amici a me cari….

[Banana Yoshimoto]






Si, lo so, continua a non essere un blog. E a distanza di quasi 2 anni ne sono pienamente consapevole. Non voglio un blog, non ho la costanza. Tante cose sono cambiate, è persino comparso Tinuzzo (lievito naturale) nella mia vita. Ma di questo, magari, ne parlerò un giorno. 

Mentre Cucino (Cucinare non è mettere i bastoncini findus in forno. Quello è sfamarsi, e lo faccio anche io, a volte), penso che potrei documentare il tutto per la pagina, ma fotografare interrompe l'armonia dei gesti, la riflessione sull'azione, l'attenzione alle proporzioni. Poi mi soffermo sui colori, sui profumi, sui suoni, sui sapori e mi chiedo come si possano narrare i sensi senza tralasciare alcuna vibrazione. E così mi metto lì nel mio piccolo mondo e non ci penso più. Un alibi? Pigrizia? No. Credo che, in fondo, cucinare rimanga una pratica introspettiva fortemente personale

Ah si, non è un blog, è un contenitore. 

Come non succedeva da tempo, oggi ho preparato un pranzetto completo. Si può aver voglia di cucinare? A me capita. E' decompressione, è comunicazione, è razionalizzazione
Una giornata libera da lavoro; una giornata di sole e di amici. Quelli veri, quelli che non vedi mai, ma non importa! Quelli del buon bicchiere di vino. 

Allora... cucino questo, questo e questo. Ma davanti al bancone della pescheria mi sono fatta prendere dalla voglia di sperimentazioni ed ho preso robe mai fatte prima. [Quindi, un ringraziamento a mia sorella che non mi ha denunciata per stalking].

  • Troccoli con pesce spada, rucola e pomodorini; 
  • Gamberoni gratinati
  • Asparagi con speck al forno


Il pesce richiede cotture molto brevi quindi in un'ora e mezza circa, si riesce a preparare il tutto. Un po' di manualità e di organizzazione ed è fattibile. L'importante è preparare tutte le basi. 
Andiamo per ordine temporale. 

Per prima cosa, mi sono occupata degli asparagi: ho tolto il gambo più fibroso e li messi a sbollentare in acqua salata per qualche minuto. Devono rimanere croccanti...5 minuti? Toccate! Toccate il cibo, sentite la consistenza. Lasciate che siano i polpastrelli a suggerire quando è il momento di togliergli dal fuoco. Devo ammorbidirsi appena e rimanere sodi. Teneteli da parte a freddarsi. 
[Oppure potete subito arrotolarli con lo speck e sistemarli in teglia. Dipende dalla sensibilità dei vostri polpastrelli!]


Nel frattempo ho preparato il sugo per il primo: olio e aglio in una pentola capiente a fuoco moderato a cui ho aggiunto il pesce spada precedentemente tagliato a cubetti. Se si cuoce troppo il pesce spada diventa della consistenza della gomma ed è secco, quindi la mia super sorella mi ha dato delle indicazioni preziose! 
Mettere i cubetti di pesce nell'olio, farli rosolare per un paio di minuti e sfumare con del vino bianco; togliere il pesce dalla teglia e tenerlo da parte (verrà aggiunto solo durante gli ultimi minuti di cottura); aggiungere i pomodorini tagliati a metà al sughetto del pesce; aggiustare di sale pepe e lasciar cuocere a fuoco lento. Il pomodoro deve solo appassirsi. 
Al sugo verrà poi aggiunta la pasta lasciata un po' al dente. [Non buttare mai l'acqua di cottura perché potrebbe essere utile per regolare la cremosità]. Una volta amalgamata la pasta al sugo, a fuoco acceso, qualora fosse ancora troppo al dente si può aggiungere un mestolo di acqua di cottura e lasciar andare ancora qualche minuto. Aggiungere la rucola a fuoco spento. 


E arriviamo ai gamberoni. Ansia da gamberone! Come faccio a lasciare testa e coda? Si romperanno? Li squarterò? Sono stati quasi brava. Ma è inutile negarlo: il pesce fa puzzare le mani! Ecco la cosa negativa. Gli odori persistenti sulle mani. Ma non puoi dire di cucinare se non ti sporchi le mani. Toccare. Sentire
Con delle forbici ho tagliato la parte superiore del carapace che poi ho tolto lasciando le estremità. Ho sistemato i gamberi nella teglia, con un filo d'olio sulla base e ricoperti con un gratin di pane, formaggio e prezzemolo (Si lo so, con il pesce ci va l'aglio!!! No, se l'ospite non lo mangia. Sigh!).

Cotture in forno: i gamberoni e gli asparagi vanno cotti (non coperti) in forno pre-riscadato a 200 gradi, pochi minuti, il tempo che si formi il gratin. Facciamo tra 7 e 10 minuti? Io li ho messi a cuocere mentre mangiavamo il primo. 

Il prosecco, per accompagnare il tutto, è stata una buona scelta!


(In sottofondo: Hindi Zahra - Handmade)